Il mondo di Heritage
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FIAT Bravo/Brava
La scelta
Alfa Romeo 75
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FIAT Bravo/Brava

La scelta

Entrambe sviluppate sulla stessa piattaforma, ma concepite per rispondere a target di pubblico differenti: la Bravo, con la sua configurazione a tre porte, si caratterizza per un design sportivo e dinamico; la Brava, a cinque porte, punta invece su comfort e praticità. Due personalità distinte, entrambe destinate a lasciare un segno nel segmento delle compatte.


Il successo della Fiat Tipo, eletta Auto dell’Anno nel 1989, è notevole ma destinato a durare meno dei tradizionali cicli di vita delle precedenti vetture della Casa Torinese. Infatti, dalle capillari e approfondite indagini di mercato svolte in tutta Europa, emerge che i guidatori di auto di fascia media manifestano un forte desiderio di personalizzazione. Si sviluppa così l’idea di creare rapidamente ben due eredi per la Tipo che possano così insieme, e in modo complementare, soddisfare le differenti necessità degli utenti.

Il progetto, che nasce molto rapidamente, in soli due anni sotto il controllo del Centro Stile Fiat -diretto da Peter Davis con a capo del design Nevio Di Giusto - porta alla creazione di due vetture costruite sull’evoluzione del pianale della Tipo, con rigidità torsionale raddoppiata: una più compatta e grintosa, adatta ai single, o alla giovane coppia, in cui emergano agilità in città e piacere di guida nei percorsi misti; l’altra, una berlina adatta alla famiglia moderna che cerca capienza e funzionalità, senza rinunciare ad eleganza e originalità. Sono proprio questi gli elementi caratteristici che le indagini di mercato avevano evidenziato.

Nascono così la tre porte Bravo e la berlina Brava con molte analogie, ma altrettante differenze. Le due vetture condividono la parte anteriore della carrozzeria: dalla calandra ai parafanghi, cofano motore, montante e parabrezza, oltre a pianale, meccanica e ciclistica benché con tarature differenti. Da lì in poi prendono due strade ben distinte.

Bravo evolve in una hatchback tradizionale nell’impostazione ma originale nel design. È una vettura a tre porte che, soprattutto nella parte posteriore, mette in mostra, senza eccessi, una discreta dose di muscoli. Soprattutto per quanto concerne i parafanghi posteriori, bombati fino alla base del cristallo laterale con la curvatura che si raccorda, attraverso le coperture plastiche degli originali gruppi ottici, al portellone più largo nella parte inferiore. L’insieme conferisce quell’aspetto “ben piantato a terra” da assetto sportivo, infatti, anche le sospensioni hanno una taratura più rigida per offrire il richiesto divertimento di guida senza però rinunciare al comfort.


Brava è una berlina quattro porte con un caratteristico terzo volume rialzato appena accennato (“due volumi e mezzo”), il baule è bombato e si raccorda al lunotto molto inclinato. La vettura mostra la sua unicità nei gruppi ottici posteriori, divisi in tre segmenti orizzontali che emergono dalla carrozzeria, contornando la parte terminale del parafango posteriore. L’abitacolo è particolarmente spazioso: da studi effettuati emerge che l’indice di sfruttamento dello spazio interno raggiunge l’81%, contro una media del 75% delle altre vetture dello stesso segmento.

Gli interni differiscono, oltre che per l’accesso al divano posteriore, solo per alcuni dettagli, come il cruscotto: la tre porte ha quadranti circolari mentre la berlina a semicerchio. Molto ricca per entrambe l’offerta di colori per la carrozzeria: ben 24 tinte in gamma.

La sintesi di ciò che Fiat propone è nel “claim” dello spot pubblicitario: “Fiat Bravo. Fiat Brava. La scelta”. Le due vetture vengono lanciate insieme alla fine dell’estate del 1995. Nel 1996 sono elette Auto dell’Anno con un immediato successo commerciale


Per la clientela la “scelta” non si limita soltanto alle due carrozzerie, perché è ampia, sin dal lancio, anche la gamma motori. Tre unità quattro cilindri benzina tutti catalizzati: 1,4 litri 12V (tre valvole per cilindro) da 80 CV negli allestimenti S e SX, 1,6 16V 103 CV per le versioni EL e ELX, 1,8 16V 116 CV chiamata GT per Bravo, EL ed ELX per Brava. Inizialmente solo un motore Diesel 1,9 litri da 65 CV in versione S o SX. 

Top di gamma il 2 litri 20V da 147 CV montato solo sulla tre porte che prende il nome di Bravo 20V HGT: velocità massima di 210 km e accelerazione 0-100 in soli 8,5 secondi. Questo raffinato motore deriva dalla Lancia K: cinque cilindri, due alberi a camme in testa con variatore di fase lato aspirazione, quattro valvole per cilindro con punterie idrauliche, contralbero di equilibratura, iniezione multipoint Bosch con accensione diretta. L’impianto frenante è adeguato alle prestazioni, con quattro dischi (anteriori ventilanti) e ABS. La carrozzeria, modificata con discrezione senza ostentazione, ha passaruota anteriori allargati, copri-longheroni laterali e la parte inferiore della calandra con una griglia più ampia per far respirare il potente motore.

Il mercato risponde immediatamente con 220 mila ordini nei primi mesi e il successo viene subito consacrato dall’elezione ad Auto dell’Anno 1996. Alla fine dell’estate, alla crescente domanda di unità a gasolio anche prestazionali, Fiat risponde con due nuovi turbodiesel, evoluzione del 1,9 litri, da 75 e 101 cavalli: versioni S, SX per entrambe con la prima unità; S, SX, EL, ELX per Brava e S, SX e GT per Bravo con la versione più potente.

Al Salone dell’Auto di Parigi del 1998 viene presentata la gamma rivisitata di Bravo e Brava. Le modifiche esterne riguardano soprattutto la calandra con nuove mascherine: nera per la tre porte e cromata per la berlina. Le modifiche interessano anche altri dettagli come gli specchietti in tinta, nuovi cerchi in lega e differenti coperture per quelli in acciaio. Rinnovata la grafica dei cruscotti e della plancia con radio e climatizzatore sempre di serie perché escono di produzione i modelli base S ed EL, mentre nascono le versioni “Steel” e “Suite”. Solo per Brava viene creato l’allestimento top HSX. Il 1200 della Lancia Y e della Punto 85 prende il posto del 1400 che esce di produzione. 

Crescono le prestazioni della Bravo 20V HGT con la potenza che sale a 155 CV per una velocità massima di 213 km/h. Ai due turbodiesel si aggiunge la versione JTD da 105 CV dotata del primo sistema di iniezione “common rail” già in uso su altre vetture del Gruppo. Il progetto JTD nasce in Fiat e, in seguito, viene ceduto a Bosch per l’industrializzazione.

All’inizio del nuovo millennio le due sorelle, dopo circa due milioni di esemplari prodotti, passano il testimone alla Stilo, ma il nome Bravo torna di nuovo in auge nel 2007 proprio per sostituire la Stilo.

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