Il mondo di Heritage
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Alfa Romeo 75
L’evoluzione dei motori
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Dai modelli più rappresentativi ai personaggi più vincenti e rivoluzionari, dagli eventi che hanno rappresentato, questa sezione racconta e celebra i pilastri di Alfa Romeo, Fiat, Lancia e Abarth.
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Alfa Romeo 75

L’evoluzione dei motori

Alfa Romeo festeggia il 75° compleanno con la 75, che fa il suo esordio nel maggio 1985, affiancandosi alla neonata Alfa 90. Nata per sostituire la Giulietta, da cui eredita alcuni componenti della carrozzeria, grazie allo sviluppo di nuovi e più prestazionali motori costruisce il suo grande successo.


Nel 1982 per la direzione dell’Alfa Romeo è sempre più urgente rinnovare due modelli: l’Alfetta, nata nell’ormai lontano 1972, e la Giulietta, sul mercato dal 1977. Nascono due progetti paralleli che internamente vengono denominati K2 (in forma matematica, cioè “Kappa con due” ma spesso semplicemente K2) per l’erede dell’Alfetta e K1 la vettura che deve sostituire la Giulietta. I tempi sono molto stretti, per questo il disegno della carrozzeria della nuova ammiraglia, la K2, viene passato a Bertone che lo fa realizzare da Marcello Gandini. Per la K1, invece, l’incarico è affidato internamente a Ermanno Cressoni, Responsabile del Centro Stile Alfa Romeo.

Le finanze dell’Alfa Romeo in quel momento non permettono creativi voli pindarici: occorre utilizzare quanti più componenti possibili dei modelli da sostituire, quindi, tanto Gandini quanto Cressoni compiono un vero miracolo nel conferire un’identità nuova, pur usando il “giroporta”, architrave di tutta l’auto, oltre ad altri elementi, delle carrozzerie esistenti. Gandini punta sull’eleganza e la pulizia delle linee, mentre Cressoni fa emergere la peculiare sportività Alfa. A detta di molti, compreso l’insindacabile giudizio del mercato, Cressoni riesce a creare un disegno più carico di identità.

Il profilo a cuneo viene ancor più evidenziato dall’applicazione di una banda più scura che corre lungo la fiancata: dallo stacco tra cofano e parafango alla linea di cintura, per proseguire, aumentando l’inclinazione, fino al termine del baule, disegnandone quindi il contorno posteriore per collegarsi alla banda dell’altra fiancata. Contribuiscono ad accrescere la tipica grinta Alfa Romeo anche la calandra a trapezio rovesciato, con al centro lo scudetto, che termina coi fari rettangolari, a proseguire con l’indicatore di direzione triangolare sul parafango. Ben riuscita anche la coda alta, con i gruppi ottici che ripetono l’andamento trapezoidale, occupando tutta la fascia inferiore del baule.

Lo schema tecnico prosegue il solco tracciato dall’Alfetta con l’architettura transaxle: motore anteriore mentre, al posteriore, frizione, cambio e differenziale in blocco unico. Sospensioni indipendenti con molla a barra di torsione davanti e ponte de Dion e parallelogramma di Watt con molle elicoidali dietro, barre stabilizzatrici e ammortizzatori idraulici su entrambi gli assi. 

Gli interni, per materiali e tessuti in comune con l’Alfa 90, risultano di ottimo livello, con dettagli da vettura di segmento superiore, come il volante regolabile in altezza. Perfetto compromesso tra sportività e comfort per i sedili anteriori, mentre il divano posteriore risulta comodo anche per lunghe percorrenze. Più capiente della Giulietta il vano di carico, per la miglior collocazione di serbatoio e ruota di scorta.

Sono i nuovi motori, in costante evoluzione, a ribadire il DNA Alfa Romeo e decretare il successo della 75: dal V6 2,5 e 3 litri, al 1.8i turbo, fino all’iconico Twin Spark che diventerà un vero e proprio marchio delle vetture del Biscione.


Al lancio vengono presentate ben tre motorizzazioni con il tradizionale bialbero quattro cilindri alimentato da due carburatori doppio corpo: 1.6 (110 CV), 1.8 (120 CV) e 2 litri (128 CV). Al top della gamma il 6 cilindri a V da 2,5 litri a iniezione, lo stesso dell’Alfa 90, che equipaggia la versione Quadrifoglio Verde, più potente e lussuosa: 156 CV che scendono a 150 nella versione catalizzata denominata “V6i cat” destinata all’esportazione. Dotazioni molto ricche per l’epoca: dalla chiusura centralizzata agli alzacristalli elettrici, mentre servosterzo e climatizzatore sono disponibili come optional. Ultimo motore al lancio, l’emergente unità turbodiesel prodotta dalla VM di Cento: 2 litri per 95 CV.

L’eco delle qualità motoristiche arriva oltreoceano e l’Alfa Romeo, a partire dall’anno successivo al lancio fino al 1990, crea ben quattro versioni da esportare negli States: nasce così la 75 Milano, declinata nelle versioni 2.5i Quadrifoglio Argento, Oro e Platino con il V6 da 154 CV, affiancate, dal 1987, dalla 3.0i Verde col V6 3 litri da 183 CV. 

Ma è con l’Alfa Romeo 75 che, accanto alle unità a gasolio, entra finalmente in modo preponderante la sovralimentazione anche per le unità a benzina. Dopo i tentativi dal sapore sperimentale dell’Alfetta GTV 2.0 Turbodelta e della successiva Giulietta Turbo Autodelta è con l’avvento dell’iniezione elettronica che i motori turbo benzina Alfa Romeo diventano una realtà con cui la concorrenza è costretta a fare i conti.

A cominciare dalla 75 1.8i turbo con il quattro cilindri a iniezione 1.779 cc con turbocompressore Garret e intercooler capace di erogare 155 CV e in grado di offrire prestazioni analoghe alla versione V6 2.5i. Nel 1987 per ottenere l’omologazione per le corse vengono prodotti 500 esemplari della 75 turbo Evoluzione con livrea totalmente rossa e vistose appendici aerodinamiche: dal paraurti anteriore con spoiler integrato ai parafanghi allargati collegati da basse minigonne sottoporta. Modifiche al motore, con cilindrata lievemente ridotta a 1.762 cc per ragioni d’omologazione, all’assetto e cerchi ruota da 15” per montare pneumatici 205/50 VR 15. Con paraurti ad alto assorbimento, in stile-USA, spoiler e minigonne in tinta con la carrozzeria, viene prodotta la 1.8i turbo America.

Accanto alla “rivoluzione turbo” i motoristi dell’Alfa attingono al glorioso passato per dotare i motori aspirati non solo dell’iniezione elettronica, ma anche dell’accensione a doppia candela e di un nuovo brevetto Alfa per il variatore di fase. Nasce così la famiglia dei motori Twin Spark che diventa un vero e proprio brand, carattere distintivo di una nuova famiglia di motori Alfa Romeo. 

La nuova Alfa Romeo 75 2.0i Twin Spark esordisce al Salone di Ginevra del 1987. Eroga 148 CV, 145 nella versione catalizzata e ha l’aerodinamica migliorata, parafanghi, minigonne e spoiler davanti e dietro e altri dettagli come le cornici anti-turbolenza dei vetri anteriori. Accanto, la rinnovata 3.0i V6 America: 185 CV, 182 la catalizzata.

Nell’autunno 1988 arriva la nuova gamma che porta in dote, oltre a qualche modifica interna ed esterna, due nuovi motori: l’1.8 IE benzina da 120 CV e il turbodiesel salito a 2,4 litri per 110 CV. L’anno seguente, per rispettare le nuove normative sulle emissioni, tutte le motorizzazioni vengono dotate di iniezione elettronica, mandando definitivamente in pensione i gloriosi carburatori doppio corpo. Oltre all’iniezione, le nuove unità IE vengono dotate del variatore di fase e, in seguito, anche del catalizzatore. 

I motori Alfa continuano ad evolvere nel 1990, pur con le restrizioni della catalizzazione, con interventi sulla valvola Wastegate della turbina, sull’intercooler e con nuove candele.

Il successo dell’Alfa Romeo 75 è certamente decretato dagli 387.000 esemplari prodotti dal 1985 al 1992 di cui 9.500 unità in versione Milano esportate oltreoceano, ma il modello resta ancora nel cuore degli appassionati anche per essere l’ultima Alfa a trazione posteriore, prima dell’avvento della nuova Giulia nel  2015.

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